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Cos’è il deposito nazionale di rifiuti radioattivi​? Domande e risposte sul progetto di stoccaggio delle scorie

Il progetto del deposito nazionale di rifiuti radioattivi​
I chiarimenti sul deposito di rifiuti radioattivi tornato d'attualità nelle ultime ore
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Che cos’è il deposito nazionale?​ Perché è necessario? Quali e quanti rifiuti radioattivi ospiterà? È sicuro? A queste e a tante altre domande sul deposito di rifiuti radioattivi tornato d’attualità nelle ultime ore, risponde il sito https://www.depositonazionale.it/ . Ve ne proponiamo un estratto.

Che cos'è il Deposito Nazionale? (fonte www.depositonazionale.it)

Il Deposito Nazionale sarà un’infrastruttura ambientale di superficie che permetterà di sistemare definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei presenti nel Paese, prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industria e ricerca.

Il Deposito Nazionale sarà costituito dalle strutture per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e da quelle per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi a media e alta attività, che dovranno essere successivamente trasferiti in un deposito geologico idoneo alla loro sistemazione definitiva.

Insieme al Deposito Nazionale verrà realizzato il Parco Tecnologico, un centro di ricerca aperto a collaborazioni internazionali, nel quale si svolgeranno attività nel campo energetico, della gestione dei rifiuti e dello sviluppo sostenibile. Sarà un polo di attrazione per l’innovazione scientifica e tecnologica nell’industria e un richiamo per un’occupazione qualificata.

Il Deposito Nazionale sarà integrato con il territorio, anche dal punto di vista paesaggistico. Infatti, una volta completato il riempimento, sarà ricoperto da una collina artificiale, realizzata con materiali impermeabili, che costituirà un’ulteriore protezione, prevenendo anche eventuali infiltrazioni d’acqua. Tale copertura armonizzerà anche visivamente il Deposito con l’ambiente circostante, mediante un manto erboso.

Che superficie occuperà?

Il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico. All’interno dei 110 ettari del Deposito Nazionale, in un’area di circa 10 ettari, sarà collocato il settore di smaltimento per i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e in un’area di circa 10 ettari i quattro edifici di stoccaggio per i rifiuti radioattivi a media e alta attività. I rimanenti 90 ettari sono destinati alle aree di rispetto, agli impianti per la produzione delle celle e dei moduli, all’impianto per il confezionamento dei moduli, agli edifici per il Controllo Qualità, Analisi radiochimiche, e per i servizi a supporto delle attività. ?

Quali caratteristiche tecniche avrà?

Il Deposito Nazionale sarà costituito da una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie per il contenimento della radioattività, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo gli standard IAEA (International Atomic Energy Agency) e dell’ente di controllo ISIN. Le barriere ingegneristiche di protezione saranno realizzate con specifici conglomerati cementizi armati, garantiti per confinare la radioattività dei rifiuti per il tempo necessario al suo decadimento a livelli paragonabili agli intervalli di variazione della radioattività ambientale.

Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con i rifiuti radioattivi già condizionati, detti manufatti. Nelle celle verranno sistemati definitivamente circa 78.000 metri cubi di rifiuti a molto bassa e bassa attività. Una volta completato il riempimento, le celle saranno ricoperte da una collina artificiale di materiali inerti e impermeabili, che rappresenterà un’ulteriore protezione e permetterà un’armonizzazione dell’infrastruttura con l’ambiente circostante.

In un’apposita area del deposito, sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di lungo periodo di circa 17.000 metri cubi di rifiuti a media e alta attività, che resteranno temporaneamente al Deposito, per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico.

Le barriere ingegneristiche del Deposito Nazionale e le caratteristiche del sito dove sarà realizzato garantiranno l’isolamento dei rifiuti radioattivi dall’ambiente per oltre 300 anni, fino al loro decadimento a livelli tali da risultare trascurabili per la salute dell’uomo e l’ambiente.

Perché è necessario?

Il Deposito Nazionale è necessario per smaltire i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, attualmente stoccati in depositi temporanei, presenti nei siti degli impianti nucleari disattivati, dove Sogin sta portando avanti le attività di mantenimento in sicurezza e decommissioning.

Al Deposito Nazionale confluiranno anche i rifiuti attualmente stoccati in depositi temporanei non gestiti da Sogin, che provengono da fonte non energetica, ossia quelli derivanti dalla ricerca, dall’industria e dalla medicina nucleare, che continuano inevitabilmente ad essere prodotti anche in Italia, come in tutti gli altri Paesi evoluti.

Oggi, al contrario di quanto accade all’estero, non esiste ancora in Italia una struttura centralizzata in cui sistemare in modo definitivo i rifiuti radioattivi. La sua disponibilità permetterà di smaltire definitivamente tutti i rifiuti radioattivi italiani e di completare il decommissioning degli impianti nucleari così da poter restituire i siti che li ospitano privi di vincoli radiologici.

La realizzazione del Deposito Nazionale non solo consentirà all’Italia di allinearsi a quei Paesi che da tempo hanno in esercizio sul proprio territorio depositi analoghi, o che li stanno costruendo, rispettando così gli impegni etico-politici nei confronti dell’Unione Europea, ma anche di valorizzare a livello internazionale il know-how acquisito.

Il progetto comprende anche la realizzazione di un Parco Tecnologico, le cui attività, tra le altre cose, stimoleranno la ricerca e l’innovazione nei settori dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, creando nuove opportunità per professionalità di eccellenza.

Perché va costruito in Italia?

L’Unione Europea (articolo 4 della Direttiva 2011/70) prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a molto bassa e bassa attività. Per sistemare definitivamente i rifiuti a media e alta attività, alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno la possibilità di studiare la localizzazione di un deposito profondo (geologico) comune in Europa allo scopo di fruire dei potenziali vantaggi di una soluzione ottimizzata in termini di quantità di rifiuti, costi e tempi di realizzazione, così come prospettato dalla Direttiva EURATOM 2011/70.

Perché non smaltire i rifiuti radioattivi nei depositi già esistenti negli impianti nucleari?

Né i depositi temporanei né i siti che li ospitano sono idonei alla sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi. Infatti i depositi temporanei presenti nelle installazioni nucleari italiane attualmente in fase di smantellamento, sono strutture con una vita di progetto di circa 50 anni, in conformità alla specifica normativa tecnica nazionale ed internazionale in materia, volta alla garanzia della sicurezza dei depositi stessi, riguardo ai lavoratori, alla popolazione e all’ambiente. Tali depositi sono sottoposti a dei periodici interventi di manutenzione e al termine della vita di progetto è programmata una rivalorizzazione di adeguamento generale.

Progressivamente stanno esaurendo le loro capacità ricettive e in un futuro prossimo dovranno essere, oltre che costantemente mantenuti a norma, ampliati o raddoppiati. Per lo smaltimento definitivo è necessario un deposito dotato di barriere ingegneristiche che congiuntamente alle caratteristiche del sito potenzialmente idoneo (definite dai Criteri di localizzazione indicati nella Guida Tecnica n. 29) possano garantire l’isolamento dei rifiuti radioattivi dall’ambiente fino al decadimento della radioattività a livelli tali da risultare trascurabili per la salute dell’uomo e per l’ambiente.

Quali e quanti rifiuti radioattivi ospiterà?

Nel Deposito Nazionale saranno sistemati definitivamente e in sicurezza circa 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, la cui radioattività decade a valori trascurabili nell’arco di 300 anni. Di questi rifiuti, circa 50.000 metri cubi derivano dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica, circa 28.000 metri cubi dagli impianti nucleari di ricerca e dai settori della medicina nucleare e dell’industria. Sul totale di circa 78.000 metri cubi, 33.000 metri cubi di rifiuti sono già stati prodotti, mentre i restanti 45.000 metri cubi verranno prodotti in futuro.

Inoltre, nel Deposito Nazionale sarà compreso anche il Complesso Stoccaggio Alta attività (CSA), per lo stoccaggio di lungo periodo di circa 17.000 metri cubi di rifiuti a media e alta attività. Una minima parte di questi ultimi, circa 400 m3, è costituita dai residui del riprocessamento del combustibile effettuato all’estero e dal combustibile non riprocessabile.

Ospiterà solo i rifiuti prodotti in Italia?

Il Deposito Nazionale ospiterà esclusivamente i rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese, sulla base del principio, affermato dalle norme vigenti, che ogni Paese ha la responsabilità di gestire i propri rifiuti radioattivi. Tale principio, stabilito dalla IAEA, l’International Atomic Energy Agency dell’ONU, è confermato dalla Direttiva Euratom 2011/70, adottata dall’Italia con il decreto legislativo n. 45 del 2014. Infatti, sulla base dello stesso principio di responsabilità, ogni Paese si dota di strutture idonee a sistemare definitivamente i rifiuti radioattivi prodotti nei propri confini nazionali.

Ospiterà anche i rifiuti prodotti in futuro?

Sì. Il Deposito Nazionale è progettato per contenere i rifiuti radioattivi prodotti finora in Italia e quelli che verranno prodotti dallo smantellamento delle installazioni nucleari e dalla medicina, industria e ricerca nei prossimi 50 anni (costruzione ed esercizio).
Come saranno smaltiti i rifiuti a molto bassa e bassa attività? I rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, condizionati con matrice cementizia (prima barriera) verranno trasportati al Deposito Nazionale in contenitori metallici, i manufatti. In seguito, tali contenitori saranno inseriti e cementati in moduli (seconda barriera) di calcestruzzo speciale (3 m x 2 m x 1,7 m), progettati per resistere almeno 350 anni.

Tali moduli verranno a loro volta inseriti in celle (terza barriera) di cemento armato (27 m x 15,5 m x 10 m) anch’esse progettate per resistere almeno 350 anni. Una volta riempite, le celle verranno sigillate e rivestite con una collina artificiale (quarta barriera) in grado di prevenire l’infiltrazione dell’acqua.Le caratteristiche geologiche del sito, individuato sulla base dei criteri formulati dall’ente di controllo ISPRA (oggi ISIN) nella Guida Tecnica n.29, e riconosciuti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency), rappresentano un’ulteriore barriera all’eventuale dispersione di radionuclidi e quindi un’ulteriore garanzia di integrità e di sicurezza del Deposito nel tempo. Un sistema di drenaggio installato sotto ciascuna cella assicurerà la raccolta e il trattamento dell’acqua derivante da eventuali infiltrazioni o condense all’interno delle celle.

Come saranno stoccati i rifiuti a media ed alta attività?

In attesa della disponibilità di un deposito geologico, i rifiuti a media e alta attività saranno stoccati in sicurezza all’interno di una diversa struttura di deposito temporaneo, denominata CSA, Complesso Stoccaggio Alta attività, collocata sullo stesso sito del Deposito Nazionale. I residui radioattivi e i materiali nucleari a media e alta attività saranno stoccati in appositi contenitori altamente schermanti, quali ad esempio i cask, specifici contenitori qualificati al trasporto e allo stoccaggio, capaci di resistere a sollecitazioni estreme sia meccaniche che termiche (urto e incendio).

Il CSA risponderà ai requisiti di sicurezza richiesti dall’autorità di controllo, sarà in linea con analoghe strutture già presenti all’estero e disporrà di processi e tecnologie per la gestione ottimale delle diverse tipologie di rifiuto a media e alta attività, attraverso meccanismi di movimentazione remotizzati o con operatore. Queste tecnologie garantiranno la sicurezza dello stoccaggio temporaneo dei rifiuti a media e alta attività, con un sistema di contenimento basato sulla prevenzione di rilasci radioattivi nel periodo di permanenza.

Il Deposito Nazionale è sicuro?

Sì. Nei 300 anni necessari a far decadere la radioattività dei rifiuti a molto bassa e bassa attività (fase di controllo istituzionale) la struttura sarà monitorata per e assicurare la massima efficienza delle barriere. Resterà inoltre operativa una rete di monitoraggio ambientale e radiologico nei dintorni del sito. Al termine dei 300 anni, il contenimento della radioattività residua verrà assicurato dalle caratteristiche geologiche del sito, individuato sulla base dei criteri di localizzazione e confermato attraverso un’analisi di sicurezza di lungo periodo (Safety Assessment).

Il Safety Assessment, o Analisi di Sicurezza, è una procedura di analisi numerica che, tenendo conto di tutte le componenti del sistema di deposito (inventario dei rifiuti, strutture del deposito, geologia del sito) consente di valutare l’impatto che l’infrastruttura può avere sull’uomo e sull’ambiente, nel breve e nel lungo periodo, in tutti gli scenari possibili. Questi scenari contemplano tutte le situazioni normali, anomale e incidentali cui il deposito può essere soggetto.

Come saranno trasportati i rifiuti radioattivi?

I rifiuti saranno trasportati al Deposito Nazionale nel rispetto della normativa internazionale, garantendo i più alti standard di sicurezza e tutela dell’ambiente. In base all’ubicazione del sito, si valuterà l’adozione di trasporti stradali, ferroviari e/o marittimi. All’interno dell’area del deposito, i rifiuti saranno trasportati mediante apposite navette e movimentati con carri-ponte e idonei mezzi di sollevamento. I tempi dei trasporti dipenderanno dall’ubicazione del sito e dalla sequenza di conferimento dei manufatti dai siti di provenienza. Si prevede che i trasporti possano avvenire durante tutto il periodo di esercizio del Deposito Nazionale (40 anni), con una maggior incidenza nei primi 20 anni.

I costi del trasporto si potranno stimare puntualmente soltanto dopo aver individuato il sito dove costruire il Deposito Nazionale. Tali costi, a carico del detentore del rifiuto, dipenderanno, infatti, dall’accessibilità del sito e dalle diverse modalità di trasporto necessarie per raggiungerlo.

sabato 23 Dicembre 2023

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