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Puglia, tumori: 100mila pazienti in cura

La Redazione
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Indagine Ipsos, liste di attesa restano punto critico. 75% pazienti pugliesi soddisfatti
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In Puglia attualmente oltre 100mila persone convivono con una diagnosi di tumore, i nuovi casi sono 21mila ogni anno ma il trend di mortalità è in calo.

È quanto emerge dall’indagine «La Puglia e la lotta ai tumori: il punto di vista di pazienti e cittadini» svolta da Ipsos su iniziativa «Donna Salute onlus» e presentata questa mattina in Fiera del Levante, a Bari, dalla referente dell’associazione, Annamaria Mancuso, alla presenza del governatore Michele Emiliano, del presidente del consiglio regionale Mario Loizzo, di Giovanni Gorgoni, direttore dell’Aress, di Vito Lorusso, direttore di Oncologia medica Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, e di Giorgina Specchia, professoressa di Ematologia.

L’indagine è stata svolta interrogando pazienti oncologici in cura e ncittadini: emerge che i pazienti che vivono in prima persona nl’esperienza della malattia e delle cure, restituiscono un parere npositivo sul sistema sanitario regionale con circa il 75% dei giudizi npositivi. Meno lusinghiero il parere dei cittadini: solo il 49% nrestituisce un giudizio positivo al sistema sanitario regionale.

Un tumore su tre in Puglia è stato scoperto casualmente e un altro nterzo grazie a visite specialistiche, ma il ruolo degli screening apparen piuttosto marginale (5% quello offerto dal SSN e 12% volontariamente neseguito). Circa la metà dei pazienti intervistati è in terapia nfarmacologica. E’ quanto emerge dall’indagine «La Puglia e la lotta ai ntumori: il punto di vista di pazienti e cittadini” svolta da Ipsos su niniziativa «Donna Salute onlus» e presentata questa mattina in Fiera deln Levante, a Bari. Il medico di medicina generale raccoglie opinioni ncomplessivamente positive nel percorso diagnostico e di cura: pazienti nabbastanza soddisfatti, sebbene risultino elevati i segmenti di nastensione nei giudizi, in particolare rispetto alle capacità di nindirizzamento (30%), che ne fanno l’area di minor gradimento.

Al momento della diagnosi, il 45% dei pazienti ha sentito il bisogno ndi approfondire: con una «second opinion» nel 71% dei casi, mentre 1 su 3n è andato online alla ricerca di informazione. Il 18% si è confrontato nin famiglia e solo l’11% ha contattato un’Associazione di pazienti. nCirca 6 pazienti intervistati su 10 (58%) sono risultati al corrente ndell’esistenza dei test genetici, ma solo un esiguo 5% è in grado di ncitarne almeno uno correttamente. La metà dei pazienti intervistati ha navuto accesso all’esperienza della chirurgia: in questo caso le nvalutazioni positive superano ampiamente quelle negative. La scelta del nservizio pubblico è decisamente maggioritaria in Puglia (è l’82% dei npazienti ad indicare questa scelta, mentre nessuno si è presentato come npaziente privato).

Anche per il percorso di cura, i livelli più elevati di soddisfazionen dei pazienti pugliesi si incentrano sull’elemento umano: competenza e ncortesia del personale gli ambiti che raccolgono le opinioni più npositive, seguiti dalla qualità di ambiente e macchinari. Quasi tutti i npazienti – 8 su 10 – ricordano di essere stati informati su rischi e nbenefici delle terapie. Inoltre, poco meno della metà dei pazienti nintervistati (47%) sa dell’esistenza di terapie sperimentali, il 25% ha nricevuto proposte di adozione di tali terapie e il 10% avrebbe gradito nriceverla. Il 65% dei pazienti conosce i farmaci innovativi in ambito noncologico e la maggioranza relativa (37%) è a conoscenza del fatto che ntali farmaci sono limitati alla cura di alcune forme tumorali. Al nconfronto, la popolazione generale risulta meno (51%) ma meglio (80%) ninformata.

Confrontando il nsistema sanitario pugliese con quello di altre Regioni, il 45% dei npugliesi considera il sistema sanitario regionale peggiore rispetto al nresto d’Italia; tra i pazienti oncologici, invece, la percentuale cala nal 25%. E’ quanto emerge dall’indagine «La Puglia e la lotta ai tumori: nil punto di vista di pazienti e cittadini» svolta da Ipsos su iniziativan «Donna Salute onlus» e presentata questa mattina in Fiera del Levante, an Bari. Più nel dettaglio, analizzando le risposte dei pazienti, al nmomento della diagnosi, i giudizi sui servizi risultano piuttosto nsoddisfacenti: in particolare, le relazioni umane che segnano il npercorso di cura sono ritenute adeguate, così come la preparazione e nprofessionalità del personale, la qualità degli ambienti e dei nmacchinari e la chiarezza informativa.

I tempi di attesa risultano nil punto di forte caduta nell’esperienza dei pazienti intervistati. nParticolarmente significativo il dato dell’elevata percentuale, dal 34 nal 50%, di pazienti che si astengono dal giudizio rispetto ai Centri di ncura e alle possibilità di scelta. Riguardo al percorso di cura, tra i npazienti che hanno subito un intervento chirurgico (53%) il giudizio nsulla struttura è ottimo; circa un paziente su 3 è stato operato dove è nstato curato; un paziente su 10 ha cambiato struttura, il 9% è andato nfuori Regione per farsi operare. A non soddisfare è la mancata presenza ndi un team multidisciplinare che ha seguito il percorso di cura del npaziente, giudizio basso anche per la qualità del servizio di assistenzan domiciliare.

«Molti anni nfa, solo quattro in realtà, comprendemmo che tutto il sistema della reten oncologica pugliese era in uno stato abbastanza compromesso. Quindi, ntanto per cominciare abbiamo cercato di riorganizzare i luoghi dove nl’oncologia pugliese poteva esprimersi sia a livello di diagnosi sia a nlivello di cura». Lo ha detto il governatore Michele Emiliano ncommentando i dati dell’indagine «La Puglia e la lotta ai tumori: il npunto di vista di pazienti e cittadini» svolta da Ipsos su iniziativa n«Donna Salute onlus» e presentata questa mattina a Bari, in Fiera del nLevante.

«Abbiamo cominciato – ha proseguito – ribaltando l’idea che nl’Oncologico di Bari dovesse essere diluito nel Policlinico. Abbiamo nmantenuto l’autonomia dell’Oncologico, lo abbiamo fatto diventare il ncentro, l’hub, della rete oncologica pugliese. A Taranto non c’era nl’oncologico, abbiamo trasformato il Moscati in un oncologico, dotandolon di 70 milioni di nuovi macchinari e lo stiamo attrezzando di personale.n A Lecce stiamo costituendo il nuovo Dea, che aprirà a brevissimo, dove nsono installati macchinari avanzatissimi per la diagnosi e la cura, noltre a sale operatorie avanzatissime». «La stessa cosa – ha detto nancora – avverrà a Foggia, dove inaugureremo una struttura simile a nquella di Lecce. E stiamo ricostruendo l’oncologia del Policlinico di nBari che, nel frattempo, era fortemente degradata». «Questo insieme di nazioni – conclude – viene percepita dai pazienti in maniera positiva. nOvviamente, i protagonisti veri sono i medici, gli operatori sanitari e ngli infermieri, perchè la percezione delle buone cose passa ndall’umanizzazione delle cure».

lunedì 20 Gennaio 2020

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