Cronaca

Recupero Cava Santa Lucia: Codacons denuncia Regione Puglia

La Redazione
vista di Cassano
«Nel 2019 –spiega l'associazione dei consumatori - stanziati 16,5 milioni di euro per 8 interventi urgenti contro dissesto idrogeologico. Magistratura verifichi se soldi siano stati spesi e come»
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Mentre la Puglia fa la conta dei danni subiti a causa del maltempo che ha devastato il territorio, il Codacons presenta oggi una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Bari contro la Regione Puglia, chiamando in causa il “Piano nazionale 2019 per la mitigazione del rischio idrogeologico”.

Il Piano in questione, noto anche come Piano ProteggItalia, è stato adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 febbraio 2019, e approvato sia dal Cipe con la Delibera n. 35 del 24 luglio 2019, sia dalla Corte dei Conti lo scorso settembre – spiega il Codacons –. Il provvedimento individua un elenco di progetti e interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili in tutta Italia sul fronte della messa in sicurezza del territorio, “aventi carattere di urgenza e indifferibilità”, e per quanto riguarda la Puglia mette da subito a disposizione della Regione 16,5 milioni di euro per finanziare 8 interventi urgenti volti a contrastare frane e alluvioni.

Tra le opere individuate in Puglia – rileva il Codacons – come prioritarie e urgenti nell’ambito del Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico c’è il recupero statico della Cava di Santa Lucia, finanziato con 2.647.972,18 euro.

Vogliamo sapere se la Regione ha speso tali soldi messi a disposizione dallo Stato e come sono stati utilizzati i fondi – afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi – Gli stanziamenti erogati sono infatti immediatamente utilizzabili dalle amministrazioni, e dovevano essere usati proprio per mettere in sicurezza le aree a rischio ed evitare la devastazione del territorio registrata negli ultimi giorni in Italia”.

Per tale motivo il Codacons presenta oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Bari, chiedendo di aprire una indagine sull’amministrazione regionale per verificare l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico” e, in caso di mancata attuazione degli interventi programmati dal piano, procedere nei confronti dei vertici regionali per le possibili fattispecie di concorso in disastro ambientale e omissione di atti d’ufficio.

Non solo. Se la Regione non si è attivata per realizzare gli interventi individuati come urgenti nel Piano, dovrà essere negato lo “stato di emergenza” e tutti i fondi connessi, mentre i cittadini delle zone coinvolte da frane e alluvioni potranno avanzare richiesta di risarcimento contro l’amministrazione regionale.

mercoledì 27 Novembre 2019

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