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I Consiglieri dimissionari rispondono «per l’ultima volta» a Lionetti. E lanciano “Ripensare Cassano”

Vito Surico
dimissioni
Enza Battista, Miriam De Grandi, Simeone Paparella e Davide Pignatale hanno smentito punto su punto quanto affermato da Lionetti, nella conferenza stampa che si è tenuta ieri nei locali della Scuola di Cake Design di Sara e Serena
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A un mese e mezzo dall’incontro pubblico che l’ex sindaco Vito Lionetti ha tenuto nel cinema “Vittoria” per spiegare le motivazioni della fine della sua esperienza amministrativa, i quattro ex consiglieri comunali che, con le proprie dimissioni (insieme a quelle del gruppo di opposizione), hanno di fatto sancito la caduta dell’Amministrazione Comunale, hanno risposto all’ex primo cittadino.

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Enza Battista, Miriam De Grandi, Simeone Paparella e Davide Pignatale hanno smentito punto su punto quanto affermato da Lionetti, nella conferenza stampa che si è tenuta ieri nei locali della Scuola di Cake Design di Sara e Serena Sardone: «è l’ultima volta che gli rispondiamo – ha affermato il segretario del PD – per noi Lionetti non esiste più, è un’esperienza chiusa».

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Ad aprire le danze l’ex capogruppo di “Rinascita” Paparella che ha accusato Lionetti di aver mancato in trasparenza, dialogo e condivisione delle scelte: «ci venivano negate anche semplici informazioni e ci chiama traditori? Rigetto al mittente il termine. Gli abbiamo concesso fiducia ad occhi chiusi sin dal primo giorno, ma quando abbiamo provato a chiedere spiegazioni o semplici discussioni in maggioranza ci è stato sempre negato. Venivamo a conoscenza delle cose solo quando gli atti erano già confezionati e venivamo anche accusati di voler mettere i bastoni fra le ruote della macchina amministrativa». La fiducia nei confronti del sindaco è dunque venuta meno, tanto da spingere i quattro consiglieri di maggioranza, insieme a quelli di opposizione, a depositare le proprie dimissioni con un atto notarile: «abbiamo provato frustrazione e malessere in quella circostanza, perché “Rinascita” eravamo anche noi. Era un progetto politico che ha riportato il centrosinistra al governo del paese dopo anni. E ne eravamo orgogliosi. Ma non potevamo restare in maggioranza solo per alzare il dito in Consiglio Comunale. Nessuna trama occulta da parte nostra, solo voglia di partecipare. E ci è stato negato sebbene fosse un nostro diritto. Non volevamo nemmeno cariche o titoli. Volevamo solo partecipare alla vita amministrativa del nostro paese».

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«Quello di porre fine all’esperienza amministrativa è stato un atto volontario», ha aggiunto il segretario del PD ed ex assessore al bilancio Pignatale: «io credo che Lionetti sia una brava persona, a differenza di quanto ha affermato lui su di noi. Ha parlato di mafie e consorterie. E queste sono affermazioni che dovrebbe spiegare: si crea il nemico per potersi difendere meglio». La realtà, per Pignatale, è che c’era cattiva gestione a 360°: dai rapporti con i consiglieri e i partiti all’azione amministrativa. «La politica – ha aggiunto – è servizio alla comunità. Io non devo fare il servo di nessuno, non dovevo stare lì solo per alzare la mano».

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Pignatale, Battista e De Grandi, in qualità di ex assessori, sono entrati, dunque, nel merito delle questioni sollevate da Lionetti e che, a dire dell’ex sindaco, avrebbero scontentato i “dissidenti”, tanto da indurli a dimissioni.

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  • Crisi politica. Il segretario del PD è stato il primo a rimettere le deleghe nelle mani del sindaco: «Lionetti avrebbe dovuto convocare subito un tavolo politico – ha affermato Pignatale – poiché era il segretario del suo partito a dimettersi da assessore. Noi, come PD, gli abbiamo chiesto un ‘reset’ della Giunta: ci ha proposto di mantenere tutto com’era salvo la cultura, che non poteva ridare a Miriam De Grandi e sarebbe andata ad Anna Pallavicino. È vero, ho rivendicato il ruolo del PD nell’attività amministrativa, ed era mio dovere farlo», ha aggiunto.
    n «Ha tolto le deleghe a De Grandi – ha ribadito Paparella – per mancanza di fiducia ma si fidava di chi ha copiato le linee programmatiche o il regolamento per le riprese del consiglio comunale»
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  • Lavori pubblici. «Nel consutivo 2015 – ha detto Pignatale – c’erano 674mila euro non spesi, soldi che potevano essere usati. Ma siamo rimasti bloccati per due anni e mezzo per incapacità amministrativa del sindaco».
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  • Polisportivo. «È vero, abbiamo proposto il project financing convincendo la ditta che avrebbe preso in gestione il Polisportivo (che sarebbe rimasto comunque pubblico, ma a gestione privata) a ridurre la richiesta (da 130mila a 95mila euro) e a il periodo di gestione. Hanno preferito andare avanti con il Credito Sportivo indebitando il comune per 960mila euro quando la capacità d’indebitamento dell’Ente è di 835mila euro».
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  • Cimitero. Anche in questo caso era stato proposto un project financing: la gestione del cimitero costa al Comune 34mila euro l’anno. La ditta proponente avrebbe curato il cimitero e lo avrebbe reso più dignitoso. «Ma per Lionetti bisognava costruire loculi che avrebbero stravolto il quadro finanziario del project financing rendendolo irrealizzabile».
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  • Ufficio legale. Pignatale ha chiarito che non esisteva alcun Albo degli avvocati da cui attingere a rotazione per difendere il Comune. Il sindaco nominava i legali con decreto e non poteva farlo.
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  • Rotonda zona Sacro Cuore. «Non c’è una carta in Comune – ha affermato Pignatale – che spieghi i motivi per cui il Comune non si sia costituito».
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  • Ufficio tecnico. Assumere un nuovo ingegnere, per i quattro consiglieri, è stato uno spreco: in otto mesi ha solo fatto un elenco di cose da fare all’ing. Petruzzellis.
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  • Lame. «Abbiamo sostenuto lo stop ai vasconi, ma bisogna chiarire che il progetto attuale non è sufficiente: non è un progetto di protezione idrica, ma di mitigazione».
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  • Scuola. «Forse Lionetti non ricorda – ha affermato Enza Battista – che è stato lui stesso a mandarmi a fare un sopralluogo al Regina Elena, insieme ad un altro consigliere e all’architetto per capire cosa fare della struttura. Poi ha deciso che doveva essere una scuola pubblica. Per quanto riguarda le deleghe alla pubblica istruzione – ha aggiunto – è lui che voleva riprendersele, in “segreto”, mentre io chiedevo solo un cambio dei dipendenti dell’Ufficio Servizi Scolastici. Io ho detto che le deleghe poteva anche prendersele, ma pubblicamente. Allora lui ha cambiato il dipendente».
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Enza Battista ha poi sottolineato come l’Ufficio di Segreteria continui a funzionare male, anche adesso che c’è il Commissario, per atti che continuano ad essere pubblicati in ritardo o errati. L’ex assessore ai servizi sociali è tornata anche sulla questione delle famiglie che, durante le festività natalizie, si sono trovate in situazioni economiche molto precarie: sul capitolo contributi, il Comune aveva ancora mille e cinquecento euro per venire in contro a questo tipo di esigenze.

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Miriam De Grandi è, infine, intervenuta sulla questione dei contributi per l’organizzazione degli eventi di Natale: la Pro Loco non può pagare le associazioni a causa della mancata comunicazione, da parte del Comune, a Cuore di Puglia dell’elenco delle attività. De Grandi ha anche evidenziato il caos creato dall’ex primo cittadino quando ha distribuito le deleghe, assegnando a lei la cultura e al vice sindaco i beni culturali. Cosa che ha creato lungaggini e incomprensioni anche per quanto riguarda il Museo.

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Quella di “Rinascita”, dunque, è un’esperienza nata male e finita peggio a giudicare da quanto affermato dai vari protagonisti della vicenda.

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L’azione politica degli stessi, però, continua e se l’ex sindaco Lionetti si dice pronto a rimettersi in gioco con «persone oneste», Pignatale e Paparella, in rappresentanza rispettivamente del PD e del movimento Iniziativa Democratica, lanciano “Ripensare Cassano” «per partire da contenuti e idee per una visione di Cassano come un sistema».

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Nei prossimi giorni sulla pagina facebook del giornale, verranno caricate delle video interviste dei consiglieri Battista,Pignatale,Paparella e De Grandi.

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Ringraziamo ancora il collega Vito Surico per la collaborazione

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sabato 4 Febbraio 2017

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