Il fatto

Lotta tra clan mafiosi nel Barese, tre arresti dei Carabinieri: uno dei ricercati si nascondeva a Cassano

La Caserma dei Carabinieri di Cassano
Da diversi giorni, per sottrarsi alla cattura, si era nascosto in un appartamento disabitato. Deve scontare una condanna per i delitti di omicidio, tentato omicidio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere porto e detenzione di armi,in concorso e tutti aggravati dal metodo mafioso
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Si nascondeva a Cassano uno dei tre arrestati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari in seguito agli ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari, condannati con sentenze definitive per gravi reati commessi a Bitonto nell’estate del 2007 e riconducibili al contrasto tra due consorterie mafiose per il controllo del territorio e delle attività illecite in quel comune. L’uomo, un 41enne originario di Bari, è stato rintracciato dai Carabinieri a Cassano, dove da diversi giorni, per sottrarsi alla cattura, si era nascosto in un appartamento disabitato. Lo stesso, nel corso della perquisizione, è stato trovato in possesso di una pistola carica e con matricola abrasa, immediatamente sequestrata.

L’attività investigativa svolta dai Carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, e le relative condanne, conseguono a due fatti di sangue, connessi tra loro: il tentato omicidio di Conte Domenico, elemento apicale di uno dei gruppi criminali, reale obiettivo dell’agguato, e il contestuale omicidio di Napoli Vito, affiliato di Conte con funzioni di scorta, commessi a Bitonto il 20 luglio del 2007; l’omicidio con occultamento di cadavere di Dellino Giuseppe, autista del commando che aveva cagionato la morte di Napoli, e assassinato per mano degli stessi sodali, per timore che potesse collaborare con la giustizia, commesso poco dopo.

Le indagini, condotte, in diverse fasi, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, attività tecniche, nonché supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito, nell’estate del 2013, di ritrovare il cadavere di Dellino Giuseppe in un pozzo nella frazione Palombaio di Bitonto, e nell’ottobre dello stesso, di eseguire provvedimenti cautelari nei confronti dei tre soggetti oggi condannati in via definitiva. Le pene inflitte ai tre responsabili oscillano tra i 20 e i 17 anni, per i delitti di omicidio, tentato omicidio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere porto e detenzione di armi, in concorso e tutti aggravati dal metodo mafioso.

lunedì 19 Dicembre 2022

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