Tra cambiamenti climatici e sostenibilità

Strade urbane: “pavimenti ecosostenibili” e “asfalti riciclati” per una Cassano “green”

Pasquale Molinari
Pasquale Molinari
Asfalti
Asfalti: un cantiere stradale
Quali saranno le strade del futuro? Alcuni esempi concreti di pavimentazioni stradali green a cui il nostro comune potrebbe strizzare l’occhio per avviare una vera strategia sostenibile e virtuosa
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L’asfalto costituisce ormai l’elemento predominante del nostro paesaggio urbano a cui associamo la presenza di automobili e.. buche, crepe, rappezzamenti, cantieri (come quelli attualmente in corso) ma anche inquinamento atmosferico e acustico.

Infatti, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento con l’avvento del traffico automobilistico è iniziata la sperimentazione di nuovi materiali per la pavimentazione stradale, al fine di renderla più pulita e sicura. È stato così introdotto l’asfalto (scoperta italiana) ricavato dalle rocce esistenti in natura, poi catrame residuo della distillazione del carbon fossile ma i cui fumi erano dannosi per la salute degli operai che dovevano scaldarlo e stenderlo sulle strade, poi il bitume che residua dalla distillazione del petrolio dopo la separazione della benzina, gasolio e oli combustibili.

Un elemento che ha sostituito diversi materiali come cotto, ciottoli, pietra.. e le nostre meravigliose “chianche” che ancora oggi caratterizzano la pavimentazione del nostro centro storico. Chianche sempre più annerite, dissestate, riparate.. (ah se potessero parlare?!) che farebbero a meno del transito delle automobili per incentivare quel turismo lento fatto di camminatori, biciclette, tavolini all’aperto, locali tipici, giovanili e innovativi, hub culturali di eventi con il recupero condiviso di strutture quali le ex officine culturali, mercati, sagre e festival in grado di restituire valore, vita e socializzazione alla nostra desolata piazza.. ma questa è un’altra storia o meglio un’altra soluzione ecologica!

Ma oggi, questo tipo di asfalto è la sola e giusta soluzione per tutte le strade urbane del nostro piccolo comune? È soprattutto, è la scelta attualmente più sostenibile? O è necessario riprendere quelle sperimentazioni di inizio ‘900 ma con materiali circolari (progettualità) in grado di trasformare scarti in risorse innovative e tecnologiche per una pavimentazione stradale silenziosa, sostenibile e più resistente a fissurszioni e buche?

Partiamo dal presupposto che l’asfalto è uno delle fonti di inquinanti atmosferici nelle città, specialmente durante l’estate, anche in assenza di automobili.

Lo rivela uno studio realizzato nel 2020 dalle Università di Yale, dalla Carnegie Mellon University e dall’Istituto di Chimica Max Planck e pubblicato su Science Advances: https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abb9785

I ricercatori hanno scoperto che in giornate roventi e soleggiate l’asfalto emette il 300% in più di aerosol organico secondario (SOA), una delle componenti delle polveri sottili, in particolare del PM2.5. Si tratta di temperature facilmente raggiungibili dall’asfalto durante l’estate e con una esposizione diretta ai raggi solari le emissioni addirittura quadruplicano. Secondo i ricercatori, se da una parte le emissioni provenienti dai veicoli tenderanno a diminuire, quelle provenienti da asfalto potrebbero restare stabili o aumentare per via della crescita delle città e dei cambiamenti climatici (causa di temperature sempre più elevate) e isole di calore urbano.

E allora per ridurre l’impatto di questo settore, oggi più che mai, si deve guardare ad altre “risorse” per tradurre lo sviluppo sostenibile in progettualità concrete: pavimenti ecosostenibili autobloccanti drenanti, asfalti modificati con gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso (PFU), o ancora integrati con fibre da scarti alimentari, scarti tessili, plastiche riciclate, scarti di strade dismesse.. riducendo il consumo di materie prime, energia e di emissioni in atmosfera.

Non a caso già gli antichi romani riparavano le buche delle strade con ferro fuso. A riguardo una recente ricerca americana dell’Università del Massachusetts ha scoperto che gli antichi romani che vivevano a Pompei prima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. usavano il ferro fuso per riparare le strade della città. Infatti secondo i ricercatori le “toppe” in ferro ritrovate dopo gli scavi sulle strade di Pompei sepolte dall’eruzione, sono la prova di antiche riparazioni stradali eseguite con tecniche finora sconosciute per riempire le buche e i solchi, ma anche per indurire superfici lisce.

Ma passiamo ad alcuni esempi concreti di pavimentazioni stradali green a cui il nostro comune potrebbe strizzare l’occhio per avviare una vera strategia sostenibile e virtuosa.

Nella vicina Taranto, un’azienda a conduzione familiare riprendendo l’antico metodo di costruzione delle strade romane e a modello le città del Nord Europa propone strade con pavimentazioni con masselli autobloccanti, ecosostenibili e più resistenti. E così un anno fa nel borgo di Deliceto (Foggia) questa pavimentazione green ha preso il posto dell’asfalto. O ancora più recentemente, notizia di agosto 2022, il comune di Lecce ha cambiato volto di via Taranto ripavimentato le strade urbane (5000 mq) utilizzando questi masselli al posto dell’asfalto.

Ma in Italia cresce anche l’utilizzo di asfalto modificato con polverino di gomma riciclata da PFU: secondo i dati forniti da Ecopneus, la società senza scopo di lucro tra i principali operatori della gestione dei Pneumatici Fuori Uso, ad oggi sono stati realizzati complessivamente sul territorio nazionale oltre 670 km /corsie di strade con l’impiego di asfalto modificato con gomma riciclata da PFU, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige sono le regioni con le esperienze più significative, mentre esperienze di comuni vicini le troviamo a Massafra, dove Corso Regina Margherita, principale strada di accesso al borgo cittadino, nel 2017 è stata asfaltata con bitumi contenenti gomma riciclata da PFU.

I vantaggi principali di questi asfalti modificati sono la silenziosità con riduzione del rumore generato dal passaggio dei veicoli in transito fino a 7dB (secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento acustico causa oltre 10.000 morti premature l’anno in Europa), una maggiore durata fino a 3 volte quella degli asfalti convenzionali, in virtù della maggiore resistenza all’usura e alla formazione di crepe e buche; aspetto che consente anche un conseguente contenimento dei costi di manutenzione nel medio-lungo periodo (ne è un esempio testato la Variante Canali di Reggio Emilia, importante snodo della viabilità Reggiana dove la pavimentazione dopo 6 anni dalla realizzazione presenta ancora una struttura perfetta). A riguardo molto interessante è l’esperienza del progetto Life Nereide, avviato nel 2016 e coordinato dal Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, che dimostra tutte le potenzialità della gomma riciclata negli asfalti (https://www.nereideproject.eu/it).

E ancora, Roma Capitale che il 7 novembre, durante l’ultima edizione di Ecosistema Urbano di Legambiente 2022, ha ricevuto un premio per la buona pratica “Asfalti riciclati” prodotti a freddo per la ripavimentazione di due tratti di pista ciclabile con risparmio di materie prime, energia e notevole riduzione di emissioni in atmosfera.

Insomma esempi di economia circolare applicata alla pubblica amministrazione ce ne sono in abbondanza e a Cassano quando e quali saranno le strade del futuro?

Bisogna accelerare per adattare la città per ridurre l’impatto degli eventi meteo estremi!

(l’autore è il presidente del Circolo Legambiente di Cassano)

venerdì 9 Dicembre 2022

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