Verde urbano

Lecci in sofferenza: le proposte di Legambiente Cassano per curare gli alberi della villa comunale

Pasquale Molinari
Pasquale Molinari
I lecci di piazza Garibaldi
I lecci di piazza Garibaldi
Una possibile strategia per salvare dal disseccamento gli alberi di piazza Garibaldi e salvaguardare il prezioso contributo che danno allo spazio urbano e alla salute dei cittadini
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I lecci di piazza Garibaldi
I lecci di piazza Garibaldi

Non è un caso se molti anni fa per il verde pubblico urbano la scelta è ricaduta sul Leccio (Quercus ilex): tra gli alberi ad alto fusto più longevo, sempreverde e capace di raggiungere dimensioni notevoli con un grande giovamento sia per quanto riguarda il design urbano sia per la salubrità (ossigenazione) dell’aria. Purtroppo i tempi e le mode cambiano in fretta e per comuni e privati, la manutenzione del patrimonio verde ha ormai un costo elevato, per cui è più conveniente abbattere gli alberi piuttosto che effettuare una normale e costante manutenzione, provocando la distruzione di patrimoni pubblici che ci sono stati tramandati dai nostri predecessori.

Come Legambiente, dal 2014, siamo intervenuti più volte sulla gestione del verde urbano e delle aree boschive che abbracciano Cassano: recentemente abbiamo segnalato il “deserto bruciato” che identifica l’area di piantumazione comunale (Pezze di Stelle) nei pressi del Centro di Raccolta Comunale destinataria nel 2020 di circa 1200 alberi che ora, saranno nuovamente messi a dimora con relativa manutenzione, irrigazione di soccorso e, ci auguriamo, apertura alla partecipazione (quindi monitoraggio) della collettività di cittadini e associazioni. Poco prima, a marzo 2022, abbiamo chiesto, senza aver ricevuto risposta, informazioni sulle strategie diagnostiche e terapeutiche previste per il recupero dei Lecci secchi della nostra flora urbana e sulle azioni per prevenire il contagio delle alberature ancora sane.

Sono anni che, come Legambiente, chiediamo ad ogni amministrazione comunale l’istituzione di una Consulta Ambientale (la nostra ultima richiesta protocollata in data 18.08.2022 non ha ancora ricevuto risposta) al fine di consentire un lavoro sinergico per studiare, approfondire, proporre, indirizzare ed accompagnare, in forma partecipata, il governo locale verso una “Gestione Sostenibile del Verde” che dovrebbe essere contemporaneamente valida dal punto di vista ambientale, economicamente attuabile e socialmente responsabile, anche a fronte delle conseguenze dei cambiamenti climatici.

Ed eccoci ancora qui a segnalare nuovi o meglio “ormai noti” segni di disseccamento dei germogli terminali di alcuni Lecci che potrebbero, come già visto e segnalato in passato, diffondersi e portare al possibile disseccamento dell’80-90% dell’intera chioma degli alberi colpiti e in assenza di interventi, ben programmati più che estemporanei, alla sicura morte di essi. Questo nonostante le pesanti, e a nostro avviso tardive, potature di rimonda dei lecci effettuate tra aprile e maggio u.s. (tagli, tra l’altro, non isolati con idoneo mastice protettivo e quindi esposti a possibili e ulteriori attacchi di patogeni fungini) o il trattamento sulle alberature comunali effettuato a luglio u.s., con la solita irrorazione aerea e quindi dispersione di prodotti fitosanitari (chimici) nell’ambiente urbano (+ del 40% per effetto deriva/sgocciolamento al suolo) con danni potenziali per ambiente, uomo, insetti utili, animali, suolo, falde acquifere..).

E allora chiediamo all’Amministrazione Comunale se:

1. È stato aperto o previsto un tavolo tecnico sullo stato di salute dei Lecci?
2. Cosa dice la relazione redatta dalla Facoltà di Agraria in merito alle cause (agente patogeno/sindrome correlata) e strategie di cura e prevenzione del disseccamento?
3. È stato effettuato o previsto un censimento delle alberature sofferenti?
4. Gli altri Comuni cosa fanno?

Proposta: a riguardo come Legambiente suggeriamo di seguire le buone pratiche messa in atto da alcuni Comuni vicini per curare i Lecci con tecniche di intervento e prevenzione alternative e a basso impatto ambientale come l’Endoterapia, ovvero l’iniezione dei principi attivi, concimi e quant’altro direttamente nel tronco della pianta (flusso xilematico). Un intervento mirato, da coordinare con esperti del settore o della stessa Facoltà di Agraria, che garantisce l’efficacia della somministrazione (rispetto all’irrorazione) e la sicurezza nei confronti dell’ambiente urbano, bambini ed animali perché non sono previsti versamenti all’esterno. Così a luglio scorso il Comune di Bisceglie ha trattato oltre 600 Lecci e, allo stesso modo, a maggio scorso il Comune di Andria ha trattato i Lecci di Piazza Municipio praticamente a costo zero, grazie ad una convenzione stipulata con il circuito nazionale Assoverde. Come Legambiente, suggeriamo di integrare questi interventi di endoterapia con l’uso di insetti utili, da liberare sugli alberi urbani come mezzo di contrasto ai parassiti (disinfestazione ecologica) e per la biodiversità. Le coccinelle ad esempio sono micro-predatori in grado di controllare e predare parassiti come le cocciniglie, afidi.. Per Noi il Verde Urbano dovrebbe essere un Laboratorio Vivente di Biodiversità!

L’autore è presidente del Circolo Legambiente di Cassano

venerdì 11 Novembre 2022

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Mimmo Tambone
Mimmo Tambone
1 anno fa

Qualcuno……… , ha cominciato ad imparare qualcosa , anche se i suoi interventi continuano a restare puramente “PLATONICI” .
Razzo Vettore !

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