Arriverà sul tavolo della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica la relazione sul presunto danno erariale causato dall’annullamento degli avvisi di accertamento sul mancato pagamento delle tasse comunali, andati in fumo a causa del ritardo con il quale questi atti sono stati spediti ai contribuenti cassanesi.
Ieri il Consiglio comunale ha preso atto del lavoro della Commissione d’indagine e all’unanimità ha deciso l’invio delle carte, quanto mai bollenti, alle due Magistrature.
Già prima, la sindaca Maria Pia Di Medio aveva inviato alla Corte dei Conti una sua nota, con la quale ricostruiva da par suo quanto accaduto nelle stanze del Comune e con l’impresa che aveva l’incarico di consegnare in tempo utile gli atti (quasi 1.500 avvisi di accertamento, praticamente mai arrivati a destinazione).
Il paradosso è che nella seduta di ieri, più che le presunte falle del Comune (che, ci sono pochi dubbi ormai, hanno creato un danno di almeno 100mila euro) a finire sotto “processo” è stato il lavoro della stessa Commissione d’indagine.
Troppo “politico” per la maggioranza e troppo “politiche” per l’amministrazione Di Medio le conclusioni: nel senso che il lavoro dell’organo composto da sei membri (tre di minoranza e tre di maggioranza) e coordinato dal consigliere di opposizione Teodoro Santorsola, alla fine evidenzierebbe le responsabilità dell’attuale amministrazione, rea di non aver vigilato. E infatti sarebbero molti i “distinguo” dei membri di maggioranza della Commissione che sarebbero presenti nella relazione.
Una responsabilità dalla quale, ovviamente, l’amministrazione Di Medio vuole smarcarsi: per i componenti della maggioranza, infatti, ci sarebbe una chiara responsabilità degli uffici comunali competenti (Contratti-Appalti, in particolare) e della ditta acquavivese.
Toccherà alle Procure sbrogliare la matassa e individuare il responsabile.
Al momento a “pagare”, e non solo simbolicamente, sono sempre i soliti: i cittadini onesti.